Il Pdl attacca, poi frena sulle dimissioni di massa, poi ritorna alla carica sul 4 ottobre data in cui dovrebbe essere decretata la decadenza dell’ex Premier da senatore. Insorge il Pd che richiama il centro destra alla responsabilità con Franceschini che arriva ad affermare «pressioni a vuoto», forse anche per ridimensionare il clima caldo vissuto nell’intera giornata di oggi. Intanto il Cavaliere, ai big del partito riuniti a pranzo, ma in assetto di guerra, parla di situazione insostenibile e conferma la linea dura «Dobbiamo denunciare che è in atto un colpo di Stato» per poi aggiungere, qualche ora dopo «Io non mollo, devo resistere a tutti i costi anche se ho contro tutti». Ma il clima era rovente da ieri quando Alfano era tornato a Palazzo Grazioni dopo aver parlato con Napolitano con esito negativo.
Ecco giungere quindi l’ultimatum, ma poi ci si ripensa e in tarda serata arrivano le parole più concilianti di Renato Brunetta e per il momento è nulla di fatto. Ma l’assedio è in corso, la crisi al buio continua e si prepara la decisione di bloccare i lavori del Parlamento a cui si unirebbe anche la Lega (oggi ci sarebbero stati contatti tra il Carroccio e i pidiellini). Ecco quindi lanciata la “molotov” contro Letta e Napolitano. Pare che la decisione di bloccare i lavori sia dettata anche dalla preoccupazione di nuove indagini, soprattutto quella della compravendita di senatori.
pd valdengo
/ settembre 25, 2013L’ha ribloggato su .